top of page
Immagine del redattoreWilliam

La Vita Rassomiglia all'Arte: "Uguaglianza" e Harrison Bergeron

Ogni volta che sento persone parlare di "Equità", "Uguaglianza" o altre simili sciocchezze, mi viene in mente il brillante racconto breve di Kurt Vonnegut. Per chi non l'avesse letto, è molto breve e consiglio vivamente di leggerlo prima di continuare a leggere questo post. Ma per coloro a cui non dispiacciono gli spoiler, leggete pure:


Harrison Bergeron: Un Riassunto


"Harrison Bergeron" di Kurt Vonnegut è un racconto distopico che presenta un'America futura - l'anno 2081 - dove l'uguaglianza è applicata al punto che chiunque possieda un vantaggio naturale sopra la media viene artificialmente menomato dal governo. Il personaggio che dà il titolo al racconto, Harrison Bergeron, è un adolescente alto sette piedi con straordinarie abilità intellettive e fisiche. In ottemperanza alle leggi del paese, è appesantito da pesanti pesi, rumori che distraggono e spesse lenti che distorcono la sua vista e gli provocano mal di testa per annullare i suoi vantaggi e renderlo uguale a tutti gli altri.


Kurt Vonnegut Harrison Bergeron

In un atto di ribellione, Harrison si libera dei suoi handicap, dichiara se stesso imperatore in diretta televisiva e chiede una dama per essere la sua imperatrice. Una ballerina di balletto, anch'essa appesantita da handicap, si alza all'occasione. Per un breve momento, danzano, liberi e straordinariamente dotati, finché non vengono uccisi da Diana Moon Glampers, la Handicapper Generale.


La Morale della Storia


Il racconto di Vonnegut è una presa in giro satirica dell'idea di uguaglianza imposta, portando la morale che l'uguaglianza assoluta schiaccia l'individualità, la libertà e il progresso. L'idea di uguaglianza in "Harrison Bergeron" è raffigurata come distruttiva e controproducente, in quanto elimina l'individualità e sopprime il talento e l'intelletto eccezionali.


La storia serve da monito contro i potenziali pericoli dell'egalitarismo estremo, in cui l'uguaglianza è prioritaria rispetto alla libertà individuale e all'abilità. La nozione di "identità" è esagerata al punto in cui diventa una tirannia, mostrando che lottare per l'uguaglianza assoluta è assolutamente malefico.


Vonnegut ci spinge a valorizzare la diversità e l'individualità. Argomenta il valore della libertà personale e dell'eccellenza individuale. La storia suggerisce che la forza della società risiede nelle abilità e negli attributi unici dei suoi individui e avverte contro l'omogeneizzazione della società.


Nel suo nucleo, "Harrison Bergeron" ci ricorda che lottare per l'uguaglianza è un obiettivo assurdo e immorale, e che invece dovremmo difendere il talento, l'ambizione e l'individualità.


L'altra lezione della storia è questa: non importa quanto duramente cerchino di tenerti giù, di sopprimerti, di rallentarti, di indebolirti, di renderti stupido, ad un certo punto, un SUPERUOMO sorgerà. Qualcuno si ribellerà contro la tirannia. Credo sia sfortunato il modo in cui Vonnegut termina la storia. Perché credo che alla fine il bene trionferà sul male.


Rimani forte.


William



0 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page